Sai che ci sono angoli nascosti nella campagna toscana, borghi toscani sconosciuti ai più che vale la pena di scoprire, luoghi fuori dalle rotte turistiche ma pieni di fascino, tutti legati alla Via Francigena

Alcuni di essi mi hanno particolarmente colpito.

Voglio condividere queste informazioni, sperando che possano essere di spunto per un’escursione nelle terre meravigliose intorno al nostro Agriturismo.

Semifonte

borghi toscani

Siamo in Valdelsa in mezzo ai maggiori itinerari commerciali del medioevo.

È un periodo di crescita demografica in una delle aree più popolate del tempo e qui, tra Firenze, Siena, Volterra e Pisa i Conti Alberti, signori di Prato fedeli all’imperatore, scelsero la collina di Summo Fons (da cui Semifonte) come luogo strategico per fondare un nuovo castello.

La collina scelta domina parte della Francigena e della Volterrana sud, è circondata da castelli alleati come Vico d’Elsa e San Gimignano.

Il Castello di Semifonte

Il castello di Semifonte era in una posizione tale da ostacolare le mire di Firenze sul controllo dei commerci della Francigena.

Anche Dante nella Commedia cita Semifonte in quanto area di commercio, essa in pochi anni aveva sviluppato una piazza mercatale ed aveva proprie unità di misura.

Firenze temeva l’espansione di Semifonte al punto di intraprendere una intensa attività diplomatica per annientarla e dopo quatto anni di assedio i fiorentini riuscirono, grazie a un tradimento, a prendere Semifonte.

La distruzione fu completa al punto che negli accordi di resa i semifontesi furono obbligati allo smontaggio pezzo per pezzo del castello.

Sulla collina fu poi promulgato il divieto assoluto di ricostruzione e si dice gettato il sale.

Dopo la distruzione, Firenze potenziò il castello di Certaldo, di Vico d’Elsa e di Barberino Val d’Elsa con funzione di presidio.

Probabilmente a controllo che Semifonte non iniziasse nuovamente ad essere costruita.

La completa distruzione del castello, fino alle fondamenta, ricorda per certi aspetti l’epilogo dell’antica Cartagine.

Molti rimasero nei castelli e borghi vicini, altri migrarono in terre più lontane. Oggi, dove sorgeva la città vi è una cappella commemorativa la cui cupola è la replica esatta di un ottavo la cupola del Brunelleschi a Firenze.

Curiosità

Si dice che gli innamorati se girano 3 volte intorno alla cappella, si sposeranno entro l’anno e che le fonti, che si trovano sulla collina, abbiano poteri medicamentosi.

Vico d’Elsa

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Piccolo borgo di origine medievale situato in posizione strategica su una collina che controlla la Val dì’Elsa nel Comune di Barberino Val d’Elsa.

Ebbe una notevole importanza nel medioevo proprio grazie alla sua posizione.

Oggi, nel centro del piccolo paese, possiamo vedere il nucleo originario medievale a forma ellittica con due vie parallele e due piazze poste ai capi opposti dell’abitato.

Un tempo le due vie si ricongiungevano nei pressi delle porte del borgo, oggi non più esistenti.

All’epoca della guerra, che si combatté tra Firenze e Semifonte nel 1202, Vico d’Elsa fu una delle principali alleate di quest’ultima.

Nel castello di Vico si tennero gli incontri diplomatici tra i Semifontesi e gli ambasciatori di San Gimignano per preparare la controffensiva nei confronti dei Fiorentini ma la trattativa naufragò.

Con la caduta di Semifonte anche Vico d’Elsa entrò a far parte della repubblica fiorentina.

Staggia

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Le prime notizie sul borgo fortificato risalgono al 994.

I signori di Staggia (i Soarzi) divennero in seguito una delle più potenti consorterie feudali della Valdelsa, entrando a più riprese nelle lotte tra Firenze e Siena, poiché il loro territorio si trovava sul confine tra le due rivali.

Alla fine del XII secolo i Franzesi, famiglia originaria del Valdarno Superiore che si era arricchita con il commercio soprattutto con la Francia (da cui il nome), acquistò il castello, ingrandendolo e ristrutturandolo, in seguito la roccaforte venne comprata dai Fiorentini, come avamposto contro i senesi.

Nel 1431, con la consulenza di Filippo Brunelleschi, le mura cittadine vennero raccordate al castello, che divenne “cassero”.

Il castello ha la forma quadrilatero irregolare e sorge su di un’altura

Sul recito più grande si ergono agli angoli due poderosi torrioni cilindrici, frutto delle aggiunte del XV secolo. Su questo lato si trovava il palazzo feudale del Franzesi, del XIV secolo, del quale restano alcuni portali, finestre lavorate e, all’interno del recinto, un grande caminetto. Il recinto minore era usato come ambiente di servizio e luogo di rifugio per la popolazione in tempo di guerra. Vi si trovavano torri quadrate simili a quelle delle mura, ma solo una è oggi ben conservata.

Il castello fino ai primi anni duemila versava in stato di degrado, tuttavia era caratterizzato dalla presenza, al suo interno, di alberi da frutto (piantati quando vi alloggiavano contadini fino all’inizio degli anni ottanta) e da altri anche secolari, costituendo un ambiente molto suggestivo.

Oggi appare nella veste dovuta ai restauri conclusi tra il 2005 e il 2006, durante i quali è stato eliminato tutto il patrimonio arboreo, al fine di consolidare le strutture sono stati eseguiti inserimenti in cemento e laterizi, mentre sul prospetto meridionale, che guarda verso il centro abitato, è stato collocato un camminamento in metallo.

Il castello è di proprietà privata ed è gestito dalla Fondazione la Rocca di Staggia.

La Rocca di Staggia è aperta al pubblico per 365 giorni all’anno.

Strove

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Il borgo, di poco posteriore al VI secolo, fu castello della Repubblica di Siena a difesa del confine nord, verso lo stato fiorentino.

La sua posizione consentiva la chiusura del sistema difensivo collegando di fatto l’arco da Monteriggioni a Casole d’Elsa (altro presidio senese) e consentiva il controllo del traffico proveniente in gran parte dai paesi e castelli di fede fiorentina quali Colle di Val d’Elsa o San Gimignano.

Nella forma del borgo si possono ancora leggere le vecchie mura medioevali che sono servite per appoggio delle abitazioni di costruzione posteriore.

La chiesa del paese è dedicata a San Martino.

Questa dedicazione è una ulteriore testimonianza dei traffici che passavano dal castello di Strove provenienti anche dai paesi di oltralpe dove il culto del vescovo di Tours era originato.

Vicino a Strove si trova Castel Petraio.

Castel Petraio

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Castel Petraio o Pietraio è ricordato per la prima volta in un documento datato tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII secolo.

Dopo alterne vicende e acquisizioni varie attorno alla metà dell’Ottocento risultò proprietario Stefano Masson, illuminato imprenditore di origine Savoiarda che elesse la Val d’Elsa come centro dei propri affari, contribuendo alla trasformazione di Colle di Val d’Elsa da piccola città medievale a centro manifatturiero.

Di sua commissione rimane l’affresco rappresentante Colle di Val D’Elsa e le sue ferriere nel salone al primo piano del castello.

Dopo di lui si sono succeduti la Curia Vescovile di Colle di Val d’Elsa, il conte Pietro Terrosi Vagnoli, fino ai giorni nostri con la famiglia dei baroni Neri del Nero.

Castel Pietraio è attualmente sottoposto a tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Oggi è sede di un’azienda vitivinicola e agrituristica.

 

Abbadia a Isola

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La zona di Abbadia a Isola era frequentata fin dal IX secolo a.C.Nei dintorni si trovano alcune tombe etrusche.

L’abbazia fu fondata nel 1001 dalla contessa Ava, figlia del conte Zanobi e vedova d’Ildebrando Signore di Staggia e di Val di Strove, lungo la via Francigena.

Deve il nome al fatto che, sorgendo ai margini di terreni impaludati, la chiesa sembrava poggiare su un’isola.

Sigerico di Canterbury vi fece tappa di ritorno da Roma dopo avere ricevuto l’investitura dal papa Giovanni XV.

Una delle principali funzioni dell’abbazia era quella ospedaliera, ovvero di ricovero e ospitalità per i viandanti in transito per Roma.

Situato ai margini di una estesa pianura alle pendici boscose del Monte Maggio, il complesso è dominato dalla chiesa romanica a tre navate e tre absidi, serrata tutt’attorno da un piccolo borgo e da resti di fortificazioni medievali.

All’interno della chiesa si conservano pregevoli opere d’arte

Alla destra dell’edificio religioso sono ancora cospicui i resti del campanile e dei locali monastici, distribuiti attorno allo spazio quadrangolare dell’antico chiostro.

Adibiti per lungo tempo ad uso agricolo, questi fabbricati sono stati quasi completamente recuperati per ospitare l’ostello comunale e diverse sale per convegni, matrimoni civili, mostre ed eventi.